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Nel film “Rounders”, il più famoso sul poker, Mike McDermott (Matt Damon) recita: “Perché pensi che gli stessi cinque giocatori sono al tavolo delle World Series of Poker ogni anno? Che cosa sono, i ragazzi più fortunati di Las Vegas?”
Allo stesso modo nel mondo delle scommesse sportive potremmo dire, come fanno alcuni giocatori a vincere con continuità e ad aver scelto la strada del professionismo?
La fortuna conta poco
La verità è che nelle scommesse la fortuna è una componente minima, talvolta può risultare importante, ma nel medio-lungo termine quello che conta è saper giocare bene.
Se nel poker entrano però anche fattori psicologici legati al bluff nelle scommesse sportive azzeccare una previsione è molto più lineare. Abbiamo già detto che per vincere una scommessa bisogna studiare bene una partita, essere in grado di dare un buon pronostico e nel caso del Punta e Banca riuscire ad individuare anche quale sarà la direzione delle quote sono tutte componenti che fanno la differenza tra lo scommettitore occasionale e il professionista.
Vincere spesso
Vincere in maniera continuativa nelle scommesse si può fare, sia chiaro si tratta di un’opera che solo in pochi sanno fare e che richiede sia capacità, sia tempo, sia esperienza e infine un forte equilibrio psicologico.
Avere un metodo, usare la giusta strategia, consentono di aumentare le probabilità di vincere a prescindere dalla cabala.
La fortuna naturalmente ha la sua componente ed è per questo motivo che uno scommettitore professionista quando perde potrebbe dire “L’analisi era giusta, il pronostico pure“. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo “ma se la scommessa è persa analisi e pronostico erano errati”. In realtà non è così.
Esempio pratico di fortuna/sfortuna
Facciamo un esempio pratico Fiorentina-Pescara finita 0-2 stagione 2012/2013.
I viola hanno assediato la porta della squadra abruzzese ma un portiere in gran forma e molta fortuna degli ospiti in area sono stati decisivi.
Facciamo conto che lo scommettitore avesse scommesso sul goal della Fiorentina a quel punto non si può parlare di pronostico errato. Quella sfortuna, che in questo caso ha avuto un peso enorme, in altri 100 e più non si verificherà.
Quindi se si è perso quando l’analisi e il pronostico erano giusti è corretto per uno scommettitore professionista rimanere tranquillo ed essere fiducioso nella sue performance perché quello è stato solo un piccolo episodio.
Facciamo il caso invece di uno scommettitore inesperto, gioca il segno X del Pescara nella stessa partita perché ha una quota allettante, e poi a fine match dice “Che sfiga! Ho preso che la Fiorentina non vinceva ma il Pescara è andato addirittura a vincere!“. Questa non è sfortuna. Questo è non saper giocare. Ecco le statistiche della partita.
La Fiorentina ha fatto 15 tiri nello specchio della porta e zero goal con il portiere Perin da 10 in pagella soprattutto nel primo tempo. Il Pescara ha fatto 3 tiri nello specchio della porta e 2 goal, di cui uno al 90′.
Se c’è qualcuno che può parlare di sfortuna è sicuramente lo scommettitore professionista ma come detto per lui sarà normale routine, ci può stare una partita persa in quel momento su tante, le altre scommesse saranno vincenti.
Lo scommettitore inesperto invece continuerà a perseverare nell’errore. Peggio ancora se lo scommettitore inesperto avesse preso il 2 del Pescara, a quel punto nella sua mente si radicherà l’errata convinzione che è stato bravo quando in realtà ha sbagliato il pronostico anche se quella schedina è risultata vincente.
Vincere non è per tutti
Quindi quando parliamo di scommesse sportive non parliamo di fortuna. Vincere alle scommesse è difficile e sono solo in pochi quelli che riescono a farlo in maniera continuativa. Se si vuole scommettere ogni tanto e soprattutto poco come divertimento come se fosse un gratta e vinci allora ognuno è libero di farlo se invece si vuole diventare un professionista servono predisposizione, impegno e metodo.
Il consiglio è quindi di tenerlo bene a mente e di non mettere nemmeno un euro nel “piatto” se prima non si è fatta molta esperienza e non si sono fatte simulazioni.
Ricordatevi che giocare deve essere in primis un divertimento ma bisogna farlo responsabilmente e sopratutto in maniera intelligente. Prima studiare, poi sperimentare senza soldi, e solo quando si è sicuri che si può iniziare allora fare le prime scommesse giocando molto poco. Poi il futuro dipenderà da voi.
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L’analisi è corretta. Tuttavia bisogna aggiungere che se lo scommettitore punta 100 sulla Fiorentina vincente, se imbrocca vince 20-25. Altrimenti perde 100. Quindi per recuperare dovrà giocare altre 4-5 volte con lo stesso grado di rischio. Quindi, strategie vincenti si possono trovare sul lungo periodo, ma bisogna anche capire quanto sarà lungo.
Faccio un altro esempio. Lo scorso weekend c’era Granada-Barcellona. Al gol del Granada la quota del Barca vincente è salita da 1.25 a 1.7. La strategia saggia dice di puntare la favorita in svantaggio, con 65′ da giocare. Peccato però che 30 tiri in porta abbiano partorito un topolino, e il Bsrca ha perso. Se fai un filotto di 2-3 partite così (e succede, garantisco) poi hsi bisogno di una sequenza di 10-15 scommesse azzeccate per tornare in pari.
Conclusione: per quante analisi statistiche o info dell’ultima ora ciascuno di noi possa raccogliere, la fortuna ci vuole. Come a poker. Altrimenti saremmo tutti vincenti.
Alberto l’articolo indica che la fortuna conto poco e dovrebbe essere chiaro. Non dice che non deve esistere. E non basta certo la statistica, servono anche esperienza e capacità del singolo giocatore. Altrimenti non esisterebbe lo scommettitore professionista, cioè colui che con costanza incassi molti più soldi di quanto ne perde a prescindere da eventi fortunati o sfortunati.
Sono d’accordo con la redazione. Alberto secondo ciò che hai scritto tu quindi i professionisti che campano solo con le scommesse, naturalmente compreso exchange, (sono pochi ma ci sono) sarebbero semplicemente giocatori molto fortunati? Non credo proprio, la fortuna conta poco nel lungo termine.
Esatto. Se siamo fortunati da 20 anni allora sarebbe una notizia. La realtà è che la preparazione e saper fare un buon pronostico sono le migliori armi non solo per vincere ma farlo con costanza 😉
Ha ragione Alberto secondo me. Anche se sei esperto, competente e preparato, partite come “Fiorentina-Pescara” sono sempre dietro l’angolo!
Non si tratta di perderne una su ogni morte di Papa. Ti garantisco che possono capitare anche 5/6 singole perse di fila con tanto di analisi e pronostico corretti. Poi recuperare diventa molto difficile per ovvie ragioni.
Forse il trading si, ma il betting non è una scienza esatta. Non è detto che basta essere esperti e preparati e si va in profitto. Bisogna fare i conti con il caso e l’aleatorietà che nel betting è molto forte. Lo studio, la preparazione e l’impegno non bastano purtroppo!
Ciao Francesco, se perdi 5 partite consecutive sei sulla cattiva strada.
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Anzi, per quanto mi riguarda, posso dire che la fortuna conta praticamente zero. La fortuna ti può aiutare nel breve termine, ma nel medio-lungo termine, per vincere con costanza ogni mese e per gli anni a venire, serve preparazione.
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Prima capirete che per vincere serve preparazione, mentre la fortuna conta zero, prima potrete iniziare un nuovo percorso, quello corretto.
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